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Proviamo a gestire il cambiamento

20 aprile 2018

 

Proviamo a gestire il cambiamento il cambiamento

Quando si esce da uno studio notarile, qualcosa, piccola o grande, è cambiata nella nostra vita.

Non siamo più proprietari, o lo siamo, di qualcosa, qualcosa che ha anche potuto o potrà rappresentare un luogo importante nel nostro vissuto, abbiamo creato o modificato l'assetto di una società, abbiamo pianificato diversamente il regime patrimoniale della famiglia, abbiamo definito una controversia con una transazione, o un accordo familiare nella spartizione dei beni.

In contrasto con l'immagine “statica” del notaio (ma fino a un certo punto, i tempi cambiano per tutti), di statico, per chi frequenta i nostri studi, non c'è nulla: ci sono continui cambiamenti.

Potrei dire che il notaio è il professionista del cambiamento.

E, il cambiamento, va saputo gestire.

A volte si cambia perchè si decide di cambiare in prospettiva di una migliore posizione, molto spesso si cambia perchè si è costretti a farlo, perchè o si cambia o si “muore”.

Quello che questo studio si propone sopratutto, è gestire il cambiamento, a cui va incontro la stragrande maggioranza di chi si rivolge a un notaio, nel miglior modo possibile: sia quello programmato per tempo, meditato, preparato, mentalmente e psicologicamente accettato e metabolizzato, sia quello improvviso e ansiogeno (sempre più frequente), dipendente da eventi esterni che irrompono nella vita delle persone e le costringono a modificare assetti importanti della loro esistenza (una minaccia di azione giudiziaria, un decesso, la scoperta improvvisa che un familiare si trova in brutte acque, una nuova situazione sentimentale), spesso senza che lo avessero previsto, e senza che fino a poco prima lo desiderassero.

Per questo è fondamentale nella legge notarile l'articolo 47, che fa obbligo al notaio di indagare la volontà delle parti. Detto così sembra un compito arduo: chi potrebbe indagare realmente l'altrui volontà? Chi potrebbe valutare fino a che punto è soggetta a condizionamenti emotivi, ambientali, a pressioni, a situazioni che limitano il libero arbitrio?

Ma, più semplicemente, essa va ricondotta nella giusta direzione sulla base di quello che il cliente si prefigge di ottenere.

Ascoltare il cliente (la parola), e dargli il valore legale perchè tutti ne riconoscano la “forza di legge” che è quella che un contratto ha fra le parti.

Da trent'anni cerchiamo di fare questo.

Principalmente rivestire di forma giuridica un intento.

Poi, la forma, sarà quella notarile quasi sempre (ma non sempre, essendovi situazioni in cui essa non necessita), ed in quel momento, alla fine del percorso, il notaio, professionista qualificato, rivestirà il ruolo di pubblico ufficiale per rendere il contratto un atto pubblico.

Lo studio, il notaio, e tutto lo staff di collaboratori, sono preordinati a questo.

Dare forza e valore alla Vostra parola.

Non manifestiamo all'esterno nessuna competenza autoproclamata: solo quella che vorrete riconoscerci.

Questo è il pensiero iniziale introduttivo di questo sito, quello che costituisce il “core business” per usare un termine anglosassone, di questo studio.

Un benvenuto a tutti e grazie a chi accederà ai nostri servizi.

 

 

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